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GRONINGEN, QUALE IMPATTO SUL MERCATO?

GRONINGEN, QUALE IMPATTO SUL MERCATO?

Dai minimi di inizio mese e dopo una prima parte dell’anno in decisa retrocessione, I prezzi del gas sono incrementati di oltre il 10% sul Cal Ahead, con una fiammata del 30% nella sola giornata del 15 giugno per poi ritracciare.
Attualmente il TTF scambia oltre i 50 €/MWh.

Andamento del TTF Cal Ahead nelle ultime tre settimane KEY4VIEW

A guidare il rialzo – oltre le temperature sopra media che sostengono le attese di una salita dei consumi e alcune estensioni sulle outages norvegesi – è stata la possibilità che i Paesi Bassi chiudano definitivamente il giacimento di hashtag#Groningen a partire dal prossimo 1° ottobre 2023 anziché ad ottobre 2024 come era stato annunciato lo scorso anno.

L’hub è stato un punto di riferimento chiave per la fornitura di gas per gran parte dell’Europa occidentale. Avviato nel 1963 ha raggiunto il suo picco di produzione nel 1976 con 87,7 Bmc.

Negli anni ’80, tuttavia, la zona ha cominciato a registrare diverse scosse di terremoto, la più forte nel 2012 che ha dato il via nel 2013 ad una serie di misure governative per limitare la produzione.

Nel 2018, a seguito di una nuova importante scossa (3,4 gradi della scala Richter), il governo dei Paesi Bassi ha deciso di fermare le estrazioni al 2030.

Date ulteriori rimostranze da parte dei cittadini della zona, e un contesto di debolezza sul mondo gas (i prezzi si sono portati su minimi storici nel 2019 nell’intorno del 5 €/MWh) nel 2020 la data di azzeramento delle estrazioni era stata anticipata all’anno gas 2025-26.

Lo scorso anno, con un limite già minimo a 2,8 miliardi di metri cubi, era stato stabilito lo stop al 2024. La scorsa settimana alcuni rumors hanno paventato l’idea di una ulteriore accelerazione alla chiusura del giacimento di Groningen al 1° ottobre 2023.

Attualmente il giacimento di Groningen sta funzionando a livelli minimi. Tuttavia, dopo mezzo secolo dal primo pompaggio, ci sono ancora circa 450 miliardi di metri cubi di gas estraibile in riserva che andrebbero persi dalla cementificazione del giacimento nel 2024.

Per questo la notizia, in un periodo di profonda incertezza dove il mercato sta ancora soppesando gli effetti della riduzione delle forniture russe e i rischi in caso di una nuova stagione di carenza di offerta, è stata scontata in misura fortemente rialzista dai mercati.

Autore: Gloria Oroni

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